Il mio lavoro, per un motivo o per un altro, mi porta sempre in luoghi unici caratterizzati dall’amore e il rispetto per la natura.
In questi giorni sono stato ospite di una delle terre più spettacolari della nostra penisola: la Sicilia.
Questa regione è sempre in grado di regalarmi gusti meravigliosi e questa volta non è stata da meno.
Ho avuto l’onore di scoprire la dolcezza delle arance di Ribera e il delicato sapore dei carciofi spinosi di Menfi.
A causa della pandemia, però, sono riuscito ad incontrare solo uno dei produttori a cui avrei voluto fare i miei complimenti. Ed è così che ho incontrato Paolo Ganduscio, produttore delle arance più dolci che abbiamo mai provato. Tanto è vero che, dopo il primo assaggio, ho deciso di provare a mangiarla a fettine con la buccia e devo dire che il risultato è stato davvero sorprendente e mi ha lasciato stupito.
Anche quando mi sono ritrovato nell’aranceto lo spettacolo che mi sono ritrovato davanti agli occhi mi ha lasciato a bocca aperta: l’arancio intenso dell’agrume si combinava con il verde delle foglie e il luminoso bianco dei fiori che Paolo mi ha donato.
“Ho avuto l’onore di conoscere lo Chef di persona, dopo le innumerevoli volte che l’avevo visto in tv, e sono rimasto estasiato dalla sua persona. Gli ho detto che dobbiamo cucinare e consumare italiano e direi che è stato più che d’accordo.”
Paolo Ganduscio
Ma la particolarità di queste arance sta nella loro quasi completa assenza di acidità dovuta al clima favorevole e alla vicinanza del mare, che le rende perfette per chi soffre di gastrite o di reflusso. Ma il loro aspetto eccezionale sta nella versatilità in cucina: crude, cotte e per diverse soluzioni inaspettate. Insomma, un’arancia che non si presta solo alla decorazione, ma si fa protagonista del piatto.
Da questo viaggio mi sono portato a casa un’eccellenza inaspettata e la conferma che la nostra terra e le nostre isole sono fonte primaria di materie eccelse. E non vedo l’ora di provarle nella mia cucina.