Si dice sempre che il vino migliora con gli anni, ma il 2020 anche per il mondo del vino non è stato un anno come gli altri. Gianni Piezzo, sommelier della Torre del Saracino, ne è buon testimone visto che la cantina del ristorante è la sua seconda casa, dalla quale ovviamente sono uscite meno bottiglie in virtù della lunga assenza dei clienti dai tavoli.
Come spiega Gianni, hanno sofferto tutti gli attori del mondo del vino, a partire ovviamente dai produttori che hanno riscontrato grandi problemi nella vendita dell’ultima annata destinata al mercato. Questo perché i ristoranti hanno provato a lavorare – logicamente – in maniera frenetica nei periodi di apertura, spesso con una clientela diversa dal solito che ha bevuto vini meno “convenzionali”. Per tutti non è stato possibile certamente “far spazio” in cantina e dunque l’approvvigionamento si è in parte fermato.
Come sempre avviene in periodi di crisi, ne hanno risentito meno i più “forti”, vale a dire le aziende che producono i vini poi famosi e talvolta più costosi perché i loro acquirenti hanno mantenuto un certo potere di spesa. Allo stesso modo, chi ha avuto tra i ristoratori (specie quelli stranieri) la forza economica di acquistare determinate bottiglie pur sapendo di non poterle proporre potrebbe però aver fatto un buon affare (purtroppo a discapito del mercato italiano).
Hanno lavorato discretamente le enoteche che – anche se prive della “mescita” – sono riuscite a consegnare a domicilio; in tal senso hanno ovviamente preso molto piede anche le app specifiche sul vino che si sono accaparrate buone fette di mercato.
Le maggiori difficoltà le hanno riscontrate le piccole cantine nostrane, con ristoranti che “salteranno l’annata” anche perché l’incertezza ha provocato un cambio nelle modalità di acquisto – molto più rivolte al dettaglio che all’investimento.
Di sicuro, la speranza è che si riparta presto… anche per quei viaggi tra vigneti e cantine che al nostro Gianni sono tanto mancati.