È sempre molto difficile non risultare autoreferenziali quando si parla del proprio ristorante, ma stavolta quanto sta accadendo all’interno della cucina della Torre del Saracino è facilmente riscontrabile anche in tantissime altre brigate e dunque rappresenta un paradigma sul quale riflettere.
Si fa un gran discutere – giustamente – del comparto ristorazione e dei danni che sta subendo a causa delle restrizioni legate al Covid19, ma non è solo l’aspetto economico a preoccupare.
Nelle classiche telefonate di auguri per il nuovo anno, il sentimento che arriva dalla cucina è di tanta energia che rischia di andare sprecata. È qualcosa che prescinde dalle preoccupazioni di ciascuno, qualcosa che tocca la sfera più intima e personale di tanti ragazzi che lavorano in brigata e che si stanno formando, stanno crescendo, stanno sperimentando, stanno cercando di capire quale sarà il loro percorso, se la cucina è la scelta giusta in prospettiva futura.
Tutti loro hanno un fuoco dentro che non puoi spegnere ma che in questo momento è diventato una fiammella di speranza. In questi mesi alla Torre del Saracino – se il mondo non fosse cambiato per via della pandemia – avremmo visto alternarsi ragazze e ragazzi che sognano di diventare Chef, avremmo salutato qualcuno che magari aveva deciso di intraprendere nuove strade, avremmo visto crescere ulteriormente chi è con noi già da un po’.
Ecco, questo processo di formazione dei ragazzi della brigata si è improvvisamente arrestato ed a loro fa molto più male questo di tutto il resto. Sono bramosi ogni giorno di più di tornare alla normalità perché per loro questo è un momento decisivo. È a loro che dovremmo pensare, è a loro che dobbiamo rivolgere un sincero augurio per il 2021 perché quando si parla di ristorazione e si fa la conta dei danni ce ne sono alcuni, “immateriali”, che sono pesantissimi. Tenete duro, state crescendo anche così.